Recensione: La ragazza di neve di Javier Castillo

 


Il male si genera sempre senza che ce ne rendiamo conto.

Mi sono avvicinato ed interessato al libro La Ragazza di Neve di Javier Castillo per merito della serie tv Netflix. Mi sono detto: “prima di guardare la serie, vediamo com’è il romanzo”, cosa che adoro fare sovente. Anche perché mi sono sempre detto: “Se hanno fatto una serie tv sarà un bel romanzo, no?”

La trama a dire il vero mi sembrava simile a tantissime altre: una bambina scompare, una giornalista cerca di scoprire che fine abbia fatto. Per esempio è affine a quella dell’ultimo romanzo di Carrisi: La casa delle luci. Storie entrambe molto belle, che partono dallo stesso spunto ma prendono strade completamente diverse, il che sta a significare che da una notizia semplice si possono creare nuovi mondi, basta essere bravi…

Devo anche aggiungere che La ragazza di neve ha quel tocco in più secondo me, forse dato dal realismo maggiore della storia.

Avendo una figlia di quasi due anni mi sono potuto immergere ancora più profondamente nella storia, e capire lo strazio provato dai due genitori nel momento in cui Kiera (tre anni) scompare tra la folla durante la parata del Ringraziamento. Ancora di più, se a perdere la sua preziosa manina è il papà Aaron. Famiglia distrutta, vite distrutte, unico motivo di sopravvivenza continuare a cercare ovunque la bimba.

A fiondare sulla “notizia” non è la classica giornalista che più volte abbiamo visto nei thriller ma bensì Miren Triggs, una neofita, anzi una studentessa universitaria che cerca di diventare giornalista. La sua storia personale sarà legata a doppio filo a quella di Kiera.

La ragazza di neve è un romanzo che torna alle tradizioni, da molto infatti che non leggevo una storia con un protagonista unico, ben approfondito e raccontato.

Castillo si serve poi di diversi piani temporali che hanno sicuramente la funzione di non appiattire il romanzo, ma innescare nel lettore la facoltà di collegare i vari indizi collocati nei vari periodi della storia.

Coraggiosa anche la scelta di rivelare quasi subito l’identità dei rapitori, “bruciandosi” la carta del colpo di scena, che in questo caso non serve data l’interesse comunque sempre costante.

La ragazza di neve è un thriller d’indagine, di ricerca ma anche un romanzo “sentimentale”, malinconico e a tratti straziante.

Assolutamente da leggere.

Voto 8


TRAMA: 1998, New York, parata del Giorno del Ringraziamento: Kiera Templeton, tre anni, sparisce. Succede tutto in un attimo: il padre perde la presa calda e leggera della mano di sua figlia e improvvisamente non la vede più, inghiottita dalla folla che si spintona. Inutile chiamarla, chiedere aiuto e disperarsi. Dopo lunghe ricerche, vengono ritrovati solo i suoi vestiti e delle ciocche di capelli.

2003, cinque anni dopo, il giorno del compleanno di Kiera: i suoi genitori ricevono uno strano pacchetto. Dentro c'è una videocassetta che mostra una bambina che sembra proprio essere Kiera, mentre gioca con una casa delle bambole in una stanza dai colori vivaci. Dopo pochissimo lo schermo torna a sgranarsi in un pulviscolo di puntini bianchi e neri, una neve di incertezza, speranza e dolore insieme. Davanti al video c'è anche Miren Triggs, che all'epoca del rapimento era una studentessa di giornalismo e da allora si è dedicata anima e corpo a questo caso. È lei che conduce un'indagine parallela, più profonda e pericolosa, in cui la scomparsa di Kiera si intreccia con la sua storia personale in un enigmatico gioco di specchi che lascia i lettori senza fiato. Un thriller perfetto che ribalta le regole del genere.


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