La sensorialità di Anemone al buio

Oggi ho il piacere di ospitare la terza tappa del blogtour dedicato al romanzo Anemone al buio di Maria Silvia Avanzato, edito da Fazi.
Le tappe precedenti sono state dedicate ad un Estratto del romanzo nel blog Leggere in silenzio ed all'ambientazione in Penna D'oro.
Dopo la mia data, il blogtour continua su Milanonera, mentre il 16 settembre potrete leggere tutte le recensioni sul romanzo.
Il mio post come potete leggere dal titolo è dedicato alla sensorialità del romanzo, sicuramente un tema importantissimo di Anemone al buio.
Avete mai provato a passare una giornata al buio senza vedere? O soltanto alcune ore?
Io confesso di no, Maria Silvia Avanzato invece si. Per scrivere questo romanzo la scrittrice ha cercato di immettersi nei panni della protagonista non vedente in seguito ad un incidente stradale. A ciò va aggiunta la breve amnesia che non permette a Gloria (la protagonista) di ricordare parte del suo passato.
Perdere l'uso della vista è una mazzata incredibile. Solo al pensiero di dover rinunciare alla possibilità di leggere, guardare film o soltanto ammirare paesaggi o persone avvicinerebbe la mia vita ad un inferno terrestre. Potrebbe essere una delle peggiori pene da infliggere ad un essere umano, soprattutto a chi sa cosa vuol dire vedere.
Gloria ha perso tutto. Non sa più come è fatta, guardarsi allo specchio è un'abitudine sottovalutata ma se non potessimo guardarci ci sentiremmo sicuramente perennemente disordinati e non adatti ad ogni situazione.
Gli spazi sono dei veri enigmi poi. Chiudete gli occhi, fate un giro su voi stessi e passeggiate nella vostra casa o nella vostra stanza, riuscite a non urtare contro qualcosa? Eppure a quello spazio siamo sempre stati abituati, alle volte ci ha anche annoiato ed abbiamo mescolato gli oggetti per rinnovare l'ambiente.
E chi ci circonda? Sappiamo riconoscere i nostri amici e parenti, oppure dovremmo "vederli con le mani" per poter riprendere confidenza?
Ad occhi chiusi il pericolo sembra essere sempre nell'aria, tanto più che la protagonista vive sola.
Ma anche nella più buia delle situazioni c'è qualcosa di positivo. Gloria ad esempio aumenta la sua percezione esterna con un udito più attento, un tatto più sentito. Riscopre la sua voce, tra l'altro strumento di lavoro (Gloria è una speaker radiofonica), impara a conoscere le persone per quel che sono e non per le sembianze che hanno. Una "visione" della vita più profonda e meno superficiale della vita.
Come avrete capito Anemone al buio di Maria Silvia Avanzato è un romanzo molto suggestivo e particolare, ma non per questo non è un noir ma di questo vi parlerò nella recensione....

TRAMA: Gloria si risveglia dopo un incidente e non è più la stessa. I suoi occhi non vedono più e anche la sua testa funziona male. Ha problemi di memoria e non riesce a distinguere i sogni dalla realtà. Confusa e in preda a quelle che all’inizio sembrano solo allucinazioni, vive una lenta convalescenza nella casa di sempre, assistita dall’amica d’infanzia Licia.
Eppure, qualcosa non torna. Troppe cose strane attorno a lei, troppe persone che non ricorda ma di cui ora riesce a distinguere meglio la voce, con conseguenze talvolta sinistre. Quando, in questa nuova dimensione, iniziano a consumarsi drammi e persino omicidi, Gloria decide che è arrivato il momento di fare un viaggio e ripercorrere i luoghi del passato alla ricerca di sé. Man mano che la memoria comincia a tornare, restituendole frammenti perduti, gli occhi riacquistano la vista anche se lei preferirà non farne parola con nessuno, nemmeno col nuovo fidanzato, in cerca solo della verità. All’insaputa di tutti, prenderà coscienza della realtà che la circonda e scoprirà qualcosa di sconvolgente e insieme inaspettato: un complotto minuziosamente costruito attorno alla sua infermità e un grumo di ricordi con risvolti a dir poco raccapriccianti.

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