E' così che si uccide - Mirko Zilahy

Recensione E' così che si uccide

Mirko Zilahy è il "volto" nuovo proposto dalla casa editrice Longanesi per questo 2016. Sembrerebbe un autore straniero invece trattasi di uno scrittore italiano che ha ambientato il suo romanzo d'esordio nella sua Roma.
Una Roma tuttavia cupa, oscura, piena di ombre e di luoghi metallici che nascondono un passato macabro, vedi ad esempio l'ex-mattatoio di Testaccio.
Per lottare questi luoghi d'ombre, Mirko Zilahy costruisce il suo ispettore italiano: Enrico Mancini. Un uomo che convive con un grosso peso nell'anima: la scomparsa di sua moglie Marisa, vittima di un "semplice" cancro. Il tema morte "naturale" sarà molto importante all'interno di questa storia che ci racconta il dramma di questo male invisibile. Un male astratto e non tangibile che fa da contraltare al male umano e terreno, ovvero un serial killer. Un'entità misteriosa miete vittime in modo quasi chirurgico e maniacale, lasciando alla polizia indizi indecifrabili.
Il caso viene affidato al reticente Enrico Mancini che dopo un rifiuto iniziale, decide di dedicarsi alla caccia al serial killer coadiuvato da una squadra da lui composta.
L'indagine è molto in stile americano con tanto di analisi psicologica del serial killer, profiler che hanno studiato a Quantico, analisi di scena del crimine e dettagli medico chirurgici relativi allo stato dei cadaveri.
La descrizione minuziosa riguarda anche i luoghi in cui si muovono i protagonisti; siamo in presenza come detto di una Roma scura in cui soprattutto di notte danzano "fantasmi" e "demoni".
Se la storia thriller è molto classica simile forse ad altre; la "plusvalenza" del romanzo di Zilahy sta nel protagonista Enrico Mancini e la sua forza malinconica. Si, perché come dirà lo stesso autore nelle note di chiusura E' così che si uccide è un romanzo di morte ma anche di amore; si vive per amare e alle volte la perdita dell'amore fa morire lentamente...

TRAMA: La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.

AUTORE: Mirko Zilahy
EDITORE: Longanesi
NAZIONE: Italia
ANNO: 2015
PAGINE: 410


Commenti

  1. Piaciuto molto. Lento, all'inizio, troppo dettagliato, ma ci si abituato anche allo stile bello ma ricchissimo. Troppo? Non so. Quella svolta finale poco clamorosa, ma piena di rabbia, mi ha convintissimo, insieme all'ambientazione à la Suburra. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il finale è abbastanza in linea con gli altri thriller, mi ha convinto comunque il modo di raccontare. Belli anche i protagonisti...

      Elimina

Posta un commento