Napoli,
2008. Un ricco e misterioso collezionista tenta di mettere di nuovo
insieme sette sculture, sette cavalieri d'oro realizzati a Firenze
nel 1478 da mastro Corradini per ordine di Lorenzo De Medici. Ma su
quell'opera d'arte grava un maledizione centenaria: porta sventura e
morte a chi la possiede.
Intanto,
uno spietato serial killer miete vittime nella famiglia di un famoso
architetto napoletano, mentre una potentissima setta, l'Ordine dei
Cavalieri Neri del Regno di Napoli e delle due Sicilie, semina il
terrore in città, arrivando persino a minacciare l’ordine
costituito.
Tre
fronti aperti per il commissario per Renzi, milanese di nascita e
napoletano di cuore, e la sua improbabile squadra, costituita dal
barbiere Ettore, dal gobbo Tatillo detto Gùgol e da tutta internòs,
la rete dei vicoli.
Dovranno
vedersela, infatti, con ben tre casi, uno più complicato e
misterioso dell'altro. Tre indagini apparentemente molto lontane tra
loro, ma con più di un elemento in comune, seppure imprevisto e
imprevedibile. E la soluzione andrà cercata nell'immenso labirinto
di cunicoli che si estende sotto la città, nel ventre di Napoli,
dove si nascondono misteri millenari...
Nicola
Manzò
è nato in uno dei quartieri più popolari di Napoli, la Stella, a
poche centinaia di metri dalla casa di Totò. Lascia gli studi di
architettura al terzo anno e si dedica a tempo pieno alle sue grandi
passioni: la scrittura e la scultura; ma nella sua vita non ha
disdegnato di fare il posteggiatore, il burattinaio, il mascheraro.
Autore prolifico, ha scritto vari lavori teatrali.
Con
Gli
amanti di vico San Severino,
suo primo romanzo, ha inaugurato la serie di gialli “I delitti del
barbiere”.
Su
Gli
amanti
di vico San Severino
hanno scritto:
«Un
giallo colto e allo stesso tempo popolare, divertente quanto fuori
dalle righe, sicuramente di piacevole lettura. Dove a tenere la scena
è un indovinato commissario, Alfredo Renzi, che dalla nebbiosa
Milano si trova a indagare a Napoli, una città dalle mille
sorprese.» - economiaitaliana.it
«Con
abilità Manzò governa la sua divertente tribù contemporanea...
pezzi autentici di napoletanità vissuta.» - Il
Mattino
Ti ho già detto che il primo romanzo della serie,Gli amanti di vico...,mi ha deluso.Non mi piace lo stile,non mi diverte affatto il suo parlare mezzo italiano e mezzo napoletano e credo sia meglio non continuare a elencare le cose che non mi hanno convinto.
RispondiEliminaFortunatamente per lui ci sono persone che non la pensano come me.E tu?
Io niente, nel senso che non ho letto nulla di quest'autore. Mi limito a segnalarlo in quanto mi arriva il Comunicato Stampa dalla casa editrice. Io preferisco sempre il thriller in stile americano, qua siamo dalle parti di un giallo classico quindi non rientra nel mio genere prediletto :)
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