Big Bad Wolves

Voto 7+. In mezzo a tanti lupi a volte vincono le volpi.
Segnalato da Quentin Tarantino come uno dei miglior film del 2013, Big Bad Wolves degli israeliani Aharon Keshales e Navet Papushado focalizza la sua attenzione sul mondo dei lupi antropomorfi.
Una delle categorie più orripilanti di questa razza sono i pedofili, i quali scrutano possibili cappuccetto rosso per accontentare le loro fantasie perverse.
Big Bad Wolves si apre infatti con una caccia al "lupo", individuato nel professore Dror (Rotem Keinan) accusato di pedofilia e picchiato selvaggiamente dai lupi buoni o meglio i poliziotti, tra cui spicca la figura di Miki (Lior Ashkenazi).
Ma nonostante le violenti percosse (fatte anche con un elenco telefonico) il presunto pedofilo non confessa la sua colpevolezza e non essendoci prove può "godersi" la sua libertà.
I casi di cronaca insegnano che individuato il capro espiatorio è difficile ritornare sui propri passi e valutare attentamente la questione. Così Dror viene tallonato molto da vicino da Miki, a cui si aggiunge Gidi (Tzahi Grad) padre della vittima.
Questo va a rappresentare il lupo più grosso della catena alimentare che in un colpo solo imprigiona i due lupetti sopra visti per scoprire a suo modo la verità sulla vicenda.

Big Bad Wolves è molte cose. E' un thriller vedi anche il colpo di scena dell'ultimo secondo; è una commedia grottesca vedi l'humour ebreo dissacrante in alcune scene; è una revenge storie vedi il tentativo di vendicare una povera vittima innocente; è un noir che esplora il lato oscuro e violento presente in ciascun essere umano che si trasforma in animale; è un horror splatter che mostra una buona quantità di sangue e torture in piena regola.
Big Bad Wolves è un film che parte un po' a rallentatore (vedi le immagini iniziali) ma che acquista valore soprattutto con lo scorrere dei minuti. Il clou si ha quando i tre lupi si ritrovano faccia a faccia giocando una partita a viso aperto ed aggiungerei senza alcuna maschera.

Commenti

  1. Fighissimo. L'inizio è magistrale e quei tocchi di ironia sparsi così, alla rinfusa, mi hanno ricordato un po' Breaking Bad. E poi gli istraeliani, viva il pregiudizio, li faceva tutti piccoli e neri: lo ammetto. Questo è proprio international! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si sembra più americano come film. L'ironia si avverte tanto all'arrivo del padre di Gidi...Grazie per la segnalazione ;) nonostante fosse finito in tutte le top del 2013 mi ero dimenticato della sua esistenza fino al tuo rispolvero :D

      Elimina
  2. Strepitoso!
    Quando non fa il fissato con i film con Lino Banfi, Tarantino riesce a consigliare anche delle belle pellicole. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche quelli di Lino Banfi non sono poi tanto male :P

      Elimina
  3. Molto, molto bello.
    Per quanto mi riguarda, ci stava un voto in più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per l'otto pieno mancava qualcosa secondo i miei criteri di valutazione :D poi si sa che sono molto tirato :)

      Elimina

Posta un commento