Miserere - Jean Christophe Grangé

Recensione Miserere

La cosa più triste non è che il nazismo sia esistito, che abbia contaminato un popolo intero e provocato il massacro di milioni di persone. Né che questa mostruosità sopravviva ancora oggi, in tutto il pianeta. il fatto davvero triste è che c'è un nazista in fondo al cuore di ognuno di noi. Senza eccezioni.

Voto 7,5. Lo scrittore Jean Christophe Grangé attraverso i suoi romanzi si è dato il compito di esplorare il Male, in tutte le sue essenze. Le sue storie sono dei viaggi fisici e simbolici, che esplorano nuove culture e civiltà dando luce alle ombre di questo mondo.
La frase in alto di questo post è tratta da Miserere, romanzo del 2008 dell'autore francese, conosciuto soprattutto per I fiumi di porpora, ma molto apprezzato da me soprattutto per Il giuramento e La linea nera.
In Miserere come si può evincere dalla citazione, Grangé si dedica all'approfondimento del male storico, quello che ha invaso la nostra cultura ed i nostri libri di storia. Lo scrittore si concentra sul nazismo e sul cile rivoluzionario.
Il quesito che si pone Grangé è quasi diabolico: qual'è la forma più pura del male?
Sembrerebbe un ossimoro, invece è una ricerca particolare quasi sicuramente non realistica; se lo fosse lo scenario sarebbe sconcertante.

La Marque des anges (2013) è la trasposizione
cinematografica del romanzo Miserere.
Per questo studio sul male, Grangé si avvale ancora una volta di due protagonisti: Lionel Kasdan e Cédric Volokine. Il primo è un ex-poliziotto armeno divenuto parrocchiano di una chiesa all'interno della quale ritrova il cadavere di Willhem Goetz. Proprio la morte di quest'ultimo innescherà tutti gli avvenimenti che susseguono nel corso della storia. Gli indizi ritrovati in chiesa fanno pensare che l'assassino sia un bambino. Per questo motivo Kasdan cerca la collaborazione di Volokine, poliziotto della squadra protezione minori.
Oltre che sul caso in cui indagano i due paiono essere uniti da un passato torbido che li tormenta. Kasdan ha perso sua moglie malata di cancro e l'affetto di suo figlio, e non dimentica una tremenda notte in Camerun; Voloskine cerca di ripulirsi dalla droga.
Il centro dell'indagine sarà la voce dei bambini in grado di dar vita a cori puri. Le classiche voci bianche ancora non macchiate dagli avvenimenti della vita, come per esempio l'istinto sessuale che rende più grossa e roca la voce dei maschietti. Voci in grado di causare anche del male se orchestrate da filo-nazisti.

Miserere è dunque l'ennesima prova di bravura da parte di Grangé, sempre in grado di esplorare nuove strade all'interno dei suoi romanzi e non soffermarsi sul solito copione. Questa volta lo scrittore si è avvalso di triste e note vicende storiche conosciute da tutti per il male che hanno creato.
L'autore si dimostra ancora una volta un maestro nella creazione delle atmosfere cupe, che rendono il viaggio dei protagonisti un cammino verso l'inferno.
I protagonisti invece appaiono abbastanza standard e non interessantissimi sebbene abbiano tutte le carte in regola per guidare il lettore thriller.


TRAMA: Parigi, chiesa armena di Saint-Jean-Baptiste. Nell'aria riecheggiano ancora le terrificanti grida dell'esule cileno Wilhelm Goetz, organista e direttore del coro di voci bianche, appassionato cultore del Miserere di Gregorio Allegri. Il corpo dell'uomo giace ormai inerte in una pozza di sangue, riverso sull'organo, i timpani perforati con indicibile violenza. Accanto al cadavere, le impronte di un bambino. Lionel Kasdan, parrocchiano di quella chiesa e poliziotto in pensione, segugio d'altri tempi, testardo quanto acuto, è il primo ad accorrere sulla scena del delitto, un delitto apparentemente inspiegabile, considerata la reputazione di Goetz, un uomo tranquillo e riservato, dedito solo alla musica con una passione quasi maniacale. Ma dietro quell'immagine immacolata ben presto Kasdan, insieme a Cédric Volokine, poliziotto della Squadra protezione minori, capisce che c'è ben altro, Ci sono rapporti ambigui e oscuri che Goetz instaurava con gli allievi del coro, ma non solo. Ci sono anche verità inconfessabili, ferite insanabili risalenti agli anni della dittatura in Cile. E mentre prosegue l'indagine, gli interrogativi si rincorrono: Goetz era veramente un testimone contro i torturatori del regime di Pinochet o un attivo collaboratore dei fascisti? Le risposte vanno trovate, e in fretta, perché i delitti si susseguono, uno dopo l'altro, tutti orchestrati secondo le stesse modalità.

AUTORE: Jean Christophe Grangé
EDITORE: Garzanti
NAZIONE: Francia
ANNO: 2008
PAGINE: 535



Commenti

  1. Avevo iniziato a vedere il film e mi piaceva pure! Devo finirlo, dai. :)

    RispondiElimina
  2. Molto bello, per me tra i suoi migliori, fresco e rapidissimo, due protagonisti perfetti nella loro classicità e una storia che cresce fino a un finale eccellente. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho riletto la tua recensione ;) bello ma per me i migliori restano Il giuramento, La linea nera ed Amnesia...

      Elimina

Posta un commento