L'anima del male - Maxime Chattam

Recensione L'anima del male.

Voto 8,5. L’essenza del male è ciò che ogni scrittore thriller vorrebbe trasmettere ai suoi lettori. Raccontare dunque di violenze, omicidi, rapimenti torbidi  ma mossi  da “motivazioni profonde”. Un killer naturalmente malvagio ma con sfumature umane, che possano incutere maggior terrore agli occhi del suo interlocutore.
Maxime Chattam per il suo romanzo d’esordio del 2002: L’anima del male, ha tentato di percorre questo impervio percorso, narrando ai suoi lettori una storia thriller con il classico serial killer.
Un romanzo che conquisterà gli amanti del thriller puro, ricordando in alcuni tratti capisaldi del genere, quali Seven o Il silenzio degli innocenti.
L’anima del male, il cui titolo esprime l’intento preciso dello scrittore, in realtà è il primo di una trilogia che comprende anche In Tenebris e Il veleno del ragno.
Per affrontare queste “fatiche” Maxime Guy Silvain Drouot (nome all’anagrafe dello scrittore francese) si è preparato degnamente, studiando per un anno: psicologia criminale, scienze forensi e medicina legale.
Nozioni teoriche apprese alla perfezione da Chattam, abile poi a distribuirle nel suo romanzo attraverso personaggi diversi e in varie fasi della storia.

Procedendo con ordine, si può notare come la materia psicologia criminale sia stata indispensabile sia per la creazione del serial killer che per la caratterizzazione del protagonista principale de L’anima del male: Joshua Brolin.
Quest’ultimo è un trentunenne abbastanza semplice con la passione per i videogame horror, e che ha smesso di fumare non senza problemi.  Un eroe abbastanza classico simile a molti altri del genere: introspettivo, dedito al lavoro e soprattutto capace nell'entrare nella mente del killer. Nonostante la sua indole sia abbastanza solitaria, il detective Brolin lavora bene in gruppo, dimostrandosi un capo silenzioso ma molto ascoltato.
Attraverso questo ricco team emergono le altre materie studiate da Chattam. L’anima del male è infatti un romanzo quasi di formazione, in cui in maniera dettagliata vengono raccontate ricerche investigativo/scientifiche e analisi medico/forensi.
Un personaggio che potrà disturbare e disgustare i più impressionabili è sicuramente la dott.ssa Sydney Folstom. Nonostante abbia un ruolo secondario, la dott.ssa Folstom ci condurrà molte volte all’interno di spogli obitori, in cui verranno sezionati e analizzati diversi cadaveri. Non potremmo che sentirci come il “giovane” sostituto procuratore Bentley Cotland, che immacolato per la prima volta visita questi luoghi e assiste a queste tremende autopsie.
Maxime Chattam all’interno del suo romanzo si dedica, quindi, anche a questi aspetti tecnici ma non meno importanti, che cercano di rendere più realistico il racconto.
Tutto ciò non influisce sulla trama, che non risulta appesantita ma arricchita da queste sfumature macabre.

Come detto una storia di serial killer abbastanza classica, ma ben congegnata e stravolta in alcuni punti dall’autore.
Il “mostro” è Il Boia di Portland, soprannominato così per le torture che influisce alle sue vittime. Giovani donne ritrovate morte, senza le braccia, troncate con una precisione quasi chirurgica e uno strano marchio sulla fronte.
A finire nel mirino del Boia è anche Juliette, una studentessa di psicologia. Il caso vuole che i due si conoscano in chat, incontro virtuale raccontato nei primi capitoli da Chattam.
Juliette oppressa da Oberon (questo il nickname del Boia) interrompe frettolosamente questa relazione virtuale, che per sua sfortuna diventa reale. Il Boia individua in lei la sua prossima vittima.
A correre in suo aiuto arriverà Joshua Brolin ormai sulle tracce del killer.

Happy end? Spoiler?
Niente di tutto questo. L’anima del male aleggia ancora su Portland. Nonostante Leland Beaumont  (vera identità del killer) sia stato ucciso da una pallottola di Brolin, il suo sussurro sembra ispirare un nuovo assassino. Un copycat, un imitatore che esegue alla perfezione gli stessi delitti del Boia di Portland.
La vera caccia adornata di indizi che rimandano alla Divina Commedia, per Joshua Brolin inizia solo adesso….

TRAMA ORIGINALE: Joshua Brolin è un giovane detective tormentato e solitario capace di penetrare nella mente degli assassini fino a prevederne mosse e comportamenti. Ha lasciato l'FBI, un ambiente troppo gerarchico e burocratico per un tipo indipendente come lui, e ora insegue il male nelle strade di Portland. La città è sconvolta dal ritrovamento di cadaveri mutilati secondo un preciso rituale: mani tagliate di netto e viso sfigurato da messaggi cabalistici segnati con l'acido, simili a quelli che si lasciava dietro il cosiddetto Boia di Portiand, fino al giorno in cui è stato ucciso. Joshua Brolin e Juliette Lafayette, la studentessa in psicologia che un anno prima stava per diventare una vittima del Boia, lottano contro il tempo per scavare nei meandri del male e trovare il mostro, che li sfida con lettere di minaccia in cui cita versi dell'Inferno dantesco. Un noir duro e agghiacciante che imprigiona il lettore nelle profondità del male.

AUTORE: Maxime Chattam
EDITORE: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
NAZIONE: Francia
ANNO: 2002
PAGINE: 482








Commenti

  1. Non ci credo! Ma leggi alla velocità della luce azz.
    Felice che ti sia piaciuto. Secondo me uno dei thriller migliori che abbia mai letto in assoluto.

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    1. Eheh si ho un buon ritmo, soprattutto quando i romanzi mi piacciono...questo è assolutamente fantastico e ti ringrazio per il suggerimento; sono già alle prime 100 pagine di In Tenebris che da quanto ho letto sul web è ancora più cruento :D

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  2. Forse ce l'ho... e forse lo devo leggere O_________O

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    1. L'avevo sottovalutato anch'io, se ti piacciono i thriller classici vai sul sicuro ;) spero che tu abbia anche In Tenebris e Il veleno del ragno, in quanto abbastanza introvabili...

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  3. Chattam è GRANDIOSO, e questo libro è bellissimo! Anche gli altri due della trilogia sono degni di nota *-*

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    1. Io sto leggendo In Tenebris, davvero interessante....

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  4. Letto un bel po' di tempo fa: una piacevole sorpresa.
    Ricordo tutto un brillante paragrafo sul fatto che gli ex-fumatori si ritrovano una mano in più della quale non sanno cosa farsene.

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    1. Per tenere l'accendino forse :P... Bel romanzo, io sto proseguendo con la trilogia del male :)

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