Recensione Il Mangiateste.
Voto 7. Il piccolo paesino di Grazzeno in Val d’Ossola si è oscurato. Nessun spiraglio di sole a illuminare la piccola cittadina sovrastata da un grosso Albatro, un uccello reale ma anche mitologico dalle grandi ali, che annebbia ogni contorno del luogo.
Una figura aleatoria e astratta
che si fonde e confonde con il Mangiateste, un essere enigmatico dalla dubbia
esistenza.
Se siano essi reali o solo
immaginari toccherà al lettore scoprirlo nelle pagine del primo romanzo di
Samuel Giorgi: Il Mangiateste.
L’unica certezza iniziale che
questa strana nube nera sta portando morte e disperazione nel piccolo comune di
Grazzeno, località montanara tranquilla.
Tredici suicidi che non lasciano
alcun dubbio data la loro modalità d’esecuzione; ma abbastanza controversi dal
punto di vista delle motivazioni.
Le vittime non sembrano avere
alcun legame tra di loro, e la loro morte pare essere volontaria e non opera di
un affamato serial killer.
Polizia locale e investigatori
comuni non sembrano venirne a capo, perciò l’indagine passa in mano ad una
squadra molto speciale. Un team che cerca di scavare il fondo del barile di un
caso, per vedere se c’è ancora qualche briciola di speranza e per capire il reale
svolgimento dei fatti.
La prima ad accorrere sul luogo è
Luna Fontanasecca, consulente investigativa dalle strane capacità sensoriali e narratrice in
prima persona del romanzo.
Una protagonista un po’ naif e
sopra le righe non solo per la sua capacità di captare le storie altrui e di
sognare eventi premonitori; ma anche per il suo essere diversa dal resto del
mondo.
Quando il caso si farà complesso
anche per lei, in suo sostegno arriverà il suo capo Widmann, altro tipo
abbastanza particolare e altri membri di questo team “acchiappa fantasmi”.
No, Il Mangiateste è un romanzo a
più teste e a più voci. Se il team sopra citato agisce per passione e per
professione; per fama e gloria ad indagare sul caso c’è Renzo Accorsi, un
inserviente della clinica psichiatrica Villa Luce.
Renzo uomo di Grazzeno che dunque
conosce il luogo meglio dei consulenti investigativi. Renzo convintissimo che
il Mangiateste esista davvero e risieda nell’ala Est di Villa Luce, parte della
clinica in cui risiedono i soggetti più “particolari”.
Una doppia indagine dunque
abbastanza originale, che si affida a personaggi nuovi e ben caratterizzati.
Tutto qua?
No ancora no. Il Mangiateste si
rivela infatti un thriller complesso, che cerca di scavare nel fondo della
storia, ma anche nel fondo dei personaggi. Protagonisti primari e secondari che
si alternano stordendo (positivamente) il lettore.
Lo scopo di Samuel Giorgi, a mio
avviso, è quello di creare un vero effetto Mangia-Testa nei confronti del suo
interlocutore, dandogli in pasto numerosi personaggi e numerosi enigmi per
nascondere abilmente la figura dell’antagonista.
Non contento delle figure più terrene e reali, lo scrittore
si diverte a spaziare con la fantasia creando figure “mitologiche” che
aleggiano nei luoghi del romanzo, ma che non diventano mai “concrete”.
La sensazione è quella di un volo verso il paranormale, che
plana velocemente verso il concreto, il reale.
Tutti questi elementi fanno dunque de Il Mangiateste un
romanzo interessante e innovativo, che hanno dato vita ad un nuovo team
investigativo di cui sentiremo ancora parlare….

AUTORE: Samuel Giorgi
EDITORE: Piemme (piemme linea rossa)
NAZIONE: Italia
ANNO: 2013
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