L'ipnotista

L'ipnosi e i sonniferi causano sonnolenza.

Voto 6. Sulla scia di Uomini che odiano le donne, Lasse Hallstrom tenta di sbarcare il lunario con un'operazione simile.
Nel 2010 sempre in Svezia, emerge un nuovo scrittore di gialli: Lars Kepler, in realtà pseudonimo della coppia Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho. Il loro primo romanzo L'ipnotista è un successo internazionale, tradotto in diversi paesi tra cui appunto l'Italia. Così come fu per il successo di Stieg Larsson, l'accoppiata Lars Kepler dopo questo romanzo, comincia a sfornare con continuità storie thriller che hanno per protagonista Joona Linna.
Questa una breve crono-storia, che potrebbe spiegare la scelta del regista Lasse Hallstrom di puntare su L'ipnotista.
Romanzo che tuttavia non ha avuto un'adesione piena da parte dei lettori, ma soggettivamente ammetto di aver trovato L'ipnotista un buon thriller.


Il regista svedese dal punto di vista della sceneggiatura e della trama non cambia neanche una virgola, a parte forse dimenticare di inserire le motivazioni del killer.
Ne esce dunque una trasposizione cinematografica fedele, che deve cercare la sua forza nella creazione delle atmosfere e nella caratterizzazione dei personaggi, compito quest'ultimo che spetta maggiormente agli attori.
Protagonisti principali che sono due: Erik Maria Bark, interpretato da Mikael Persbrandt e Joona Linna che ha le sembianze dell'attore Tobias Zilliacus.
Joona Linna è un poliziotto che si trova ad indagare su un triplice omicidio. Un'intera famiglia sterminata, tranne l'adolescente Joseph (Jonatan Bokman).
Quest'ultimo rappresenta l'unico testimone, ma purtroppo per la polizia non è in grado di parlare, date le sue precarie condizioni. Si cerca così di ricavare informazioni da Joseph tramite l'ipnosi. E chi sarà il miglior ipnotista di Stoccolma? Semplice: Erik Bark.
Erik è tuttavia un uomo un pò scosso, irrequieto, che per dormire prende sonniferi. Il rapporto con sua moglie Simone (Lena Olin) è abbastanza travagliato, per via di un precedente tradimento di Erik.
A pagarne le conseguenze è il piccolo Benjamin, che diverrà elemento importante nella storia.

Un primo aspetto che si cerca di approfondire è dunque quello relativo ai personaggi. Due macro-storie nettamente in contrasto che si sfiorano più volte. Erik impegnato e stressato dalla sua vita familiare; Joona lupo solitario concentratissimo sul caso in corso.
Tutto sommato entrambi i personaggi ed entrambe le storie sembrano abbastanza piatte, fredde e carenti di pathos. Siamo in presenza del compitino svolto in maniera semplice, senza nessuna personalizzazione.
Un lavoro svedese sornione, sotto ritmo, in linea con Uomini che odiano le donne di Niels Arden Oplev, che non prende nessuno spunto da David Fincher che nel suo remake diede un aspetto forte ai suoi personaggi.
I ritmi sono abbastanza bassi e si ha l'impressione di una storia suddivisibile in tante mini-puntate. Fotografia e qualità dell'immagine rafforzano questo stile fiction.
In sintesi un lavoro onesto, sufficiente ma che forse andrebbe rivisto da qualche regista e produttore americano, con la speranza che si accostino prima al romanzo che al film.

USCITA CINEMA: 
GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Lasse Hallström
SCENEGGIATURA: Paolo Vacirca
ATTORI: Tobias ZilliacusMikael PersbrandtLena OlinHelena af SandebergOscar PetterssonAnna Azcarate,Jonatan BökmanJan Waldekranz

Commenti

  1. Non ho letto il libro, ma a me questo thriller è piaciuto non poco, molto ben girato, attori bravi e alcune scene sono piuttosto cattivelle, inoltre, secondo me la tensione è costante.
    Per me promosso ;-)

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    1. Si se non si conosce la trama ci sono davvero buoni spunti, tuttavia un pò di lentezza si avverte cmq...

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  2. Visto qualche tempo fa sottotitolato, curiosissimo di vedere la trasposizione cinematografica del romanzo di Kepler. Particolare... Sarà che sono abituato alle "americanate", ma nonostante l'eccessiva lentezza qualcosa l'ho apprezzata. Lena Olin, per esempio, è straordinaria. Poi finalmente un Lasse Hallstrom lontano dalle commedie romantiche, che ha dimostrato di saper girare molto bene ;) La trilogia cinematografica di Millennium è un altra cosa, ma anche Lars Kepler non è Stieg Larsson. Anch'io avrei dato un sei complessivo :)

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    1. Io a dire il vero ho apprezzato più il Millennium di Fincher in cui si notava una certa personalizzazione...il compito di questi svedesi lo vedo molto attinente al romanzo e privo di spunti personali:)

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  3. più che ritmi bassi, ritmi da coma :)

    sei stato troppo, troppo generoso!

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  4. l'ho appena visto e non mi è proprio dispiaciuto, diciamo senza infamia e senza lode..è certo che i thriller scandinavi hanno un po' il passo lungo della fiction e non sono così zeppi di avvenimenti e colpi di scena come quelli americani ma a me la costruzione delle atmosfere e la caratterizzazione di qualche personaggio non mi è dispiaciuta...

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    1. Come detto sopra se non hai letto il romanzo la trama e il susseguirsi degli avvenimenti è buono, infatti il romanzo mi piacque abbastanza... il film non è perfetto per via dei ritmi, diciamo un compitino svolto benino...aspetto la tua recensione;)

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