I fiumi di porpora - Matthieu Kassowitz

Mente sana in corpo sano.

Voto 7. Ad anni di distanza (almeno 13) dall'uscita de I fiumi di porpora di Matthieu Kassowitz si potrebbe partire con un titolo che in parte accenna e anticipa il finale.
Chi l'avrà visto ricorderà il tema centrale di questo thriller, i più ritardatari invece avranno un elemento in più per l'indagine che tuttavia non svelerà il volto del serial killer.
I fiumi di porpora è un film che è stato un romanzo, quello omonimo di Jean Christophe Grangè, sceneggiatore tra l'altro della pellicola.
La trasposizione è abbastanza fedele, modificando solamente un personaggio dal punto di vista fisico e il finale; oltre i tagli effettuati per comprimere la storia adeguata a 120 minuti.

I titoli di testa ci mostrano che siamo in presenza di un thriller puro. I nomi del cast sono infatti impressi sull'immagine di un cadavere perfettamente realizzato, mostratoci nella sua crudezza quasi fosse un'opera d'arte.
Attraverso il commissario Pierre Niemans sapremo che si tratta di un giovane bibliotecario rinvenuto nei pressi di alcune montagne impervie.
Il commissario non potrà che condurre le sue indagini all'interno del circolo universitario in cui lavorava la vittima, scoprendo un mondo arroccato e competitivo.
Pierre Niemans sarà interpretato da Jean Reno, che dona al personaggio un'aria calma e silenziosa, condita da sesto senso e intelligenza. Si tratta di un lupo solitario, che scopre indizi abbastanza rapidamente, mentre nel romanzo Pierre Niemans era un tipo più istintivo che tuttavia usufruiva dell'aiuto dei suoi colleghi.

La bellezza de I fiumi di porpora, caratteristica tipica sia del romanzo che del film, risiede nella doppia indagine parallela. A quella di Niemans si affianca quella di Max Kerkerian (Vincent Cassel) un tenente di un piccolo paesino a caccia di teppistelli che compiono effrazioni in cimiteri e scuole pubbliche.
In questa parte il regista e gli sceneggiatori cercano di dare vivacità al film. Esempi ne sono i due aiutanti di Max ridicoli e abbastanza incompetenti, o le numerose scene Street Fighter di Max.
L'intento è ovviamente quello di creare due personaggi completamente contrapposti, in modo che lo spettatore percepisca due film differenti ma con un filo comune.
Le due investigazioni inizialmente distanti fisicamente e geograficamente si congiungeranno infatti per svelare i misteri che si celano dietro uno spietato serial killer e una bambina morta nel 1982.

Se la creazione di trama e personaggi è stato un compito semplice per Kassowitz, la vera difficoltà consisteva nel caratterizzare il film delle giuste atmosfere.
Anche in questo caso la prova pare essere stata affrontata e superata abbastanza bene. Nonostante il film sia di produzione francese, si respirano atmosfere del classico thriller americano, vedi Seven, Il silenzio degli innocenti.
Musiche enigmatiche e inquadrature non convenzionali donano un'aura di mistero e di terrore a I fiumi di porpora che si dimostra una pellicola all'altezza del romanzo d'origine...

GENERE: Thriller
REGIA: Mathieu Kassovitz
SCENEGGIATURA: Mathieu Kassovitz
ATTORI: Jean RenoVincent CasselNadia FarèsDominique SandaJean-Pierre CasselDidier FlamandLaurent LafitteChristophe BernardTonio DescanvelleFrançoise LoreauLaurent AvarePhilippe NahonRobert GendreuNicky NaudeOlivier RoussetVincent TulliOlivier MorelFrancine BergéKarim Belkhadra,François Levantal

Commenti

  1. lo vidi al cinema e mi piacque abbastanza, ambientazione da urlo anche se secondo me cedeva un po' nel finale...

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    1. Il finale un pò troppo rapido e alle volte insoddisfacente, è una delle caratteristiche di Grangè che oltre ad aver scritto il romanzo, ha sceneggiato il film...
      finale poi modificato nel film e reso a mio parere meno bello...

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  2. Era piaciuto un sacco anche a me (in maniera molto "porcina" rammento più di tutto l'affascinante Cassel!) ma per fortuna non ne ricordo il finale, quindi prima o poi lo riguarderò... come se fosse la prima volta! ^^

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    1. Eheh in un altro film tratto da un romanzo di Grangè: L'eletto, recita la Bellucci, per la par condicio e mi sembra pure giusto :D

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  3. Film secco e piacevolissimo. All' epoca in cui lo vidi mi fece un' ottima impressione. Poi arrivò il seguito di cui invece mi pento ancora adesso della visione.

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    1. Del sequel se ne parla davvero male, forse si sente la mancanza del regista ma soprattutto del romanzo d'ispirazione ...

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