Intervista a Leonardo Valenti, sceneggiatore di ACAB

Leonardo Valenti è uno sceneggiatore per il cinema e la tv. Tra i suoi lavori più celebri, ricordiamo A.C.A.B.; Il mostro di Firenze; RIS – Delitti imperfetti; Romanzo Criminale - la serie. Ultimamente lo abbiamo conosciuto per il suo lavoro a quattro mani con Marco Caselli: Cassandra, un graphic novel nato da un’idea di Giancarlo De Cataldo.

Ciao Leonardo e benvenuto sul mio blog. Intanto ti faccio i complimenti per i tuoi lavori. Non per essere ruffiano, ma ho apprezzato molto ACAB e Il mostro di Firenze, nonostante non ami molto le serie tv. Romanzo Criminale – la serie, dicono che sia molto bello ma purtroppo non l’ho visto.

1) Come si evince dalla piccola nota sei uno sceneggiatore noir, che lavora su prodotti di un genere ben preciso.
Come sei diventato sceneggiatore? E la scelta di cimentarti in questo genere è solo professionale, o deriva (anche) da una tua passione per il noir/poliziesco/thriller?
L.V. Beh diciamo che scrivere è stato sempre un pallino, fin dalla tenera età. Poi ho scoperto il cinema e soprattutto le serie tv. Il poliziesco, più che il noir, è stata sia una scelta professionale che una scelta per passione. Amo visceralmente questo genere come ne amo anche altri ma per il noir ho una passione particolare. Quando ho capito che il poliziesco era un buon volano per trovare spazio in tv, mi sono lanciato e ho trovato terreno fertile.

2) Il lavoro dello sceneggiatore è una sorta di anello di congiunzione tra un romanzo ed un film: trasformare in immagini quelle che sono solo parole. Quanto è faticoso questo processo e come si sviluppa?
L.V. Faticoso, soprattutto se vuoi scrivere cose che reggano e che abbiano un carattere personale. Si va per gradi e chi pensa che si attacca a scrivere da scena uno dello script si sbaglia. Si pensa in generale, al tema di quello che si vuole scrivere, ai personaggi e poi alla trama. E quindi gradualmente si approfondisce fino ad arrivare ad un soggetto, abbastanza definito. In questo processo, la parola d’ordine è “visualizzare”. In un romanzo non ci sono vincoli di sorta ma in un film tutto quello che vogliamo far arrivare allo spettatore deve diventare azione. O quasi tutto. Poi ci sono espedienti pseudo romanzeschi come la voce off (che mi piace molto, forse sono uno dei pochi a preferire il Blade Runner originale a quello director’s cut), ma non bisogna abusarne.

3) Ritornando alla domanda precedente, immagino voi sceneggiatori in una sorta di limbo, a metà tra scrittori di romanzi e registi di film. Sei mai stato tentato di fare o hai già fatto, un passo in una delle due direzioni?
L.V. In realtà ho iniziato girando i miei corti, poi ho capito che mi calzava meglio il ruolo da sceneggiatore. Il romanzo è un punto di arrivo, invece. Ci proverò prima o poi. Devo solo trovare il tempo e la giusta storia.

4) Il vostro è un lavoro nell’ombra, i meriti o i demeriti di un film alla fine vanno al regista. I vostri nomi figurano raramente in recensioni o in anteprime. Vi infastidisce la cosa, o è insita nel vostro lavoro?
L.V. No, devo dire la verità non mi infastidisce. Con il tempo ho capito che non amo apparire, anzi. Non sono andato a ritirare il premio come miglior sceneggiatore al Roma Fiction Fest del 2011, ultimamente evito anche le conferenze stampa. Penso sia insito nel lavoro e anzi chi rincorre i riflettori non credo sia nel profondo un vero sceneggiatore…

5) Che romanzo ti piacerebbe sceneggiare per un film e quale/i per una serie tv?
L.V. Vedrei una bella serie tv tratta da Una brutta storia di Pulixi. E come film il sogno di una vita è fare un adattamento di Preveggenza di Michael Swanwick, che poi è il racconto a cui penso si sia ispirato Nolan per il suo Memento.

6) Con quale regista e attore di piacerebbe lavorare?
L.V. Con Olivier Marchal come regista (ma anche come attore) e come attore non mi dispiacerebbe sentir pronunciate le mie battute da James Gandolfini…

7) Un film a cui daresti l’Oscar per miglior sceneggiatura originale e un altro per miglior sceneggiatura non originale?
L.V. Beh cito due film che non l’hanno preso, sennò gioco facile: The Prestige, come non originale, e Narc, come originale.

8) Come detto in apertura di post, hai lavorato nel graphic novel Cassandra e in passato per altri fumetti. Come ti trovi a lavorare con i fumetti e i fumettisti?
L.V. Mi trovo bene, anche se le prime volte faticavo molto. Scrivere una sceneggiatura per fumetti richiede degli sforzi in più. La regia dei punti di vista va definita dallo sceneggiatore, ma soprattutto il ritmo da dare alle tavole. Con i fumettisti mi trovo decisamente bene. I miei migliori amici sono tutti del mondo dei fumetti. I colleghi televisivi e cinematografici lasciamo perdere… più facile farsi amico un coguaro.

9) A cosa stai lavorando e quali sono i tuoi progetti futuri?
L.V. In questo momento sto revisionando una serie che parla della ndrangheta a Milano, il titolo è Le Mani dentro la città, la regia di Alessandro Angelini, ma la data di messa in onda è ancora da stabilire. Andrà su Canale 5, produzione la Taodue di Pietro Valsecchi. Nel frattempo però, sempre per la Taodue, ho iniziato a lavorare su un’altra serie tv. Di questa posso dire solo che è una nuova incarnazione di una serie tv già esistente e che io ho curato come story editor e sceneggiatore già anni fa.

Ti ringrazio Leonardo per la disponibilità e la partecipazione a questa “intervista” che cerca di esplorare il mondo degli sceneggiatori. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e alla prossima.
L.V. Grazie a te, crepi il lupo e alla prossima!

Commenti

  1. che bell'intervista, me la rileggo con più calma... :D

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  2. produzione la Taodue di Pietro Valsecchi.

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