End of Watch - Tolleranza Zero

Una vita da poliziotto.

Voto 6. Essere o non essere tolleranti con questo film di David Ayer con Jake Gyllenhall e Michael Pena?
La domanda sembrerebbe un attimino un pretesto per citare il sottotitolo italiano di End of Watch, ma in realtà diversi sono gli elementi opinabili e discutibili su questo film; come differenti sono anche le cose positive.
Ma partiamo dal principio.
End of Watch è una sorta di documentario poliziesco raccontato dal protagonista Taylor, un'agente di polizia interpretato appunto da Jake Gyllenhall. Taylor camera in mano, mostra a noi spettatori come si svolge la vita di un poliziotto.
In primis c'è la condivisione di ambienti e spazi con i colleghi. Dallo spogliatoio in centrale, al ristretto spazio di una macchina di polizia. Fedele compagno di viaggio e della sua avventura è Zavala (Michael Pena) un'agente ispanico. I due compongono la coppia perfetta, culo e camicia come si direbbe. Non solo sono colleghi di lavoro, ma sono dei veri e propri amici che si raccontano tutto: dalle fidanzati alle situazioni più bizzarre.
Che il loro mestiere non sia dei più semplici ci viene subito mostrato dalla loro piccola videocamera, che ci permette di assistere ad una violenta sparatoria.

Il film continua su questa strada, mostrandoci la quotidianità dei due protagonisti. Da arresti e situazioni tollerabili e gestibili, a vicende pericolose e al limite. Esempio cardine è la chiamata in una casa incendiata, a cui i due rispondono: Presente.
Il primo elemento di discussione è dunque quello dell'eccessiva bontà nel raccontare i due poliziotti. Ammetto che per tutta la prima parte, ho dubitato che End of Watch potesse essere un vero e proprio spot pubblicitario a favore della polizia americana, Los Angeles nello specifico. Dopo i numerosi episodi di pubblicità negativa televisiva , in cui assistiamo a poliziotti violenti americani, ho immaginato che il film di Ayer potesse essere un documentario di riscatto positivo.
La coppia Taylor-Zavala non solo da un senso di simpatia, umiltà, vicinanza allo spettatore, ma soprattutto rappresenta due eroi. Due che salvano bambini dal fuoco, e che prima di fare "fuoco" con le pistole ci pensano abbastanza.

Altro elemento negativo riscontrabile nella prima parte è l'assenza di una vera trama. Ok il documentario, ok i due amici poliziotti, ok momenti che ci mostrano il loro lavoro; ma la storia?
Discutibile poi anche l'artificio registico. Se va bene per Taylor e Zavala, in quanto c'è il pretesto del documentario; perchè far girare a tutti gli altri protagonisti mini-documentari con i vari telefonini?
Tutto sommato lo stile documentario regge bene per tutta la durata, non creando nessun effetto mal di mare, rischio abbastanza alto per un film con questo stile registico.

A fare da contraltare a questi aspetti negativi, ci sono alcuni elementi che di sicuro vanno apprezzati. In primis l'originalità dell'opera; poi il senso di realtà che riesce a trasmettere grazie anche al buon affiatamento del duo di attori Gyllenhaal e Pena. Ottimo anche il finale caratterizzato da tanta adrenalina, tensione e drammaticità.
Un film dunque che cerca con originalità e una sincerità di parte, di mostrare il duro lavoro dei poliziotti americani, affidandosi al realismo e rinunciando ad una storia classica.

USCITA CINEMA: 
GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: David Ayer
SCENEGGIATURA: David Ayer
ATTORI: Jake GyllenhaalMichael PeñaAnna KendrickCody HornAmerica FerreraNatalie MartinezFrank GrilloShondrella AveryDavid HarbourGene HongKristy Wu

Commenti

  1. peccato appunto per l'eccessiva bontà, sia nel raccontare che proprio dei due protagonisti.
    però comunque è un film interessante e parecchio coinvolgente

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    1. D'accordo che tutti i poliziotti americani non sono cattivi e bastardi ma questi sono sicuramente troppo buoni. Tutto ciò si scontra con il senso di realtà che il film cerca di trasmettere...

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