Un thriller con poca suspence, nessun colpo di scena, poca
azione e violenza; che cerca di raccontare un male reale fatto di cupidigia,
vita lussuosa e sfrenata.
Voto 4,5. È un Cielo nero, quello che pervade il nuovo
romanzo di Arnaldur Indridason. Un cielo oscurato dalla catastrofe economica
islandese che poco concilia con la nuova mondanità e tenore di vita degli
abitanti di Reykjavik.
Gente arricchita che non è disposta a rinunciare alle Jeep,
alla casa di vacanza, alla bella vita, che alle volte cede a tentazioni sfrenate
come lo Swing party. Festini fatti di scambi di coppia, che sintetizzano il livello
di modernizzazione di una delle più innocue nazioni, agli occhi di noi
stranieri.
Lo sfondo del nuovo romanzo di Indridason è senza dubbio
sincero, veritiero, interessante ed accattivante. Quello che manca a mio
avviso, è tutta la parte noir/thriller.
Le vicende economiche e di costume di Cielo nero, senza
dubbio interessanti, assistono un romanzo a mio avviso senza mordente, pathos,
colpi di scena, azione e adrenalina.
Le vicende su cui indaga il commissario
Sigurður Óli, sono
inizialmente abbastanza realistiche e quotidiane, come ad esempio quelle
relative ad un "famelico" ladro di giornali dell’amica della mamma.
Il livello per il commissario, diventa un tantino più alto,
nel momento in cui viene coinvolto dal suo amico, in un giro di estorsione
scaturito appunto da Swing party. Una seducente commercialista Lina, insieme al
marito, minaccia un’altra coppia in ascesa dal punto di vista sociale, con foto
e filmini hot. In cambio di questi, pretendono appunto del denaro per vivere in
maniera agiata la loro vita sregolata e libertina.
Il compito di Oli sarà quello di capire cosa abbia in mano
questa signora Lina. Purtroppo le cose non vanno come previsto e Lina viene
ritrovata in casa da Oli, in posizione orizzontale e con un grosso colpo alla
testa.
Chi ha colpito la commercialista? Per quale motivo? Centra
lo Swing party?
Questo senza dubbio il caso principale di Cielo nero, un
romanzo abbastanza semplice, fatto di numerosi dialoghi diretti. Si tratta di
un giallo ripetitivo e monotono, troppo fermo sulla situazione, con progressi
notevoli solo verso la parte finale. A poco vale il caso del barbone Andrès a
caccia dei suoi demoni del passato, un piacevole intermezzo che non salva un
Libro nero, che farà più felici gli amanti dell’economia che quelli del
thriller classico.
La visione negativa di questo romanzo, primo libro che leggo
dello scrittore Indridason, può essere data anche dalla serialità dei libri di
quest’ultimo. Nel corso del tempo vari sono stati i protagonisti, tuttora
presenti nei romanzi di Indridason, che si cedono il ruolo di attore
principale.
In questo caso è toccato a Sigurður Óli, detective
abbastanza nella media, la cui vita privata occupa buona parte del romanzo. Tra
genitori separati e incompatibili, e moglie sempre più lontana e insicura del
loro rapporto amoroso.
Tutto ciò appesantisce ancora di più il romanzo, riducendo
la parte adrenalinica e di suspence.
Indridason cerca di raccontare in questo romanzo, una
storia alquanto realistica, in cui il marcio della società, amante del dio
denaro è molto più cattiva e spietata di serial killer con coltelli a
serramanico.
TRAMA UFFICIALE: L'agente Sigurður Óli, della squadra di Erlendur, viene contattato in via ufficiosa da un vecchio amico, Patrekur, per una questione molto delicata. Un suo conoscente, un certo Herman, che frequenta con la moglie un giro di scambisti, viene ricattato da due persone che si sono infiltrate nell'ambiente e che ora minacciano di distruggere la carriera politica della donna. Recatosi a casa dei ricattatori per mediare, Sigurður Óli trova la donna a terra agonizzante e anche lui viene colpito dal misterioso aggressore che fugge senza lasciare traccia. Parte da qui un'indagine complessa e avvincente nel marcio dell'alta società islandese, dove si mischiano torbide vicende sessuali e interessi finanziari.
AUTORE: Arnaldur Indridason
NAZIONE: Islanda
ANNO: 2012
PAGINE: 341
Ti ringrazio della recensione. Ho letto tutti i libri di Indridason, e lo conosco abbastanza bene. Ti suggerisco però di iniziare dal primo tradotto in Italia, "La voce". Immagino che il parere negativo che dai di quest'ultimo, dipenda anche dal fatto che bisogna aver letto i precedenti. A mio avviso il suo miglior romanzo è "La signora in verde" :)
RispondiEliminaGrazie a te per il consiglio, per un pò credo metterò da parte questo autore; sicuramente non aver cominciato dal principio non aiuta, ma ho trovato la storia raccontata davvero poco avvincente ed interessante. Nel caso lo leggerai sarò curioso di vedere cosa ne pensi...
EliminaSono d'accordo con psichetechne, La signora in verde è molto bello, ma è proprio il tipo di scrittura dei nordici che è impostata così. Penso che, tranne Nesbo, gli altri siano tutti sulla stessa lunghezza d'onda. Anche a me Cielo nero non ha fatto impazzire. Si, piacevole. Punto.
EliminaDiciamo che tutto sommato finora mi son trovato bene con i nordici, vedi Lars Kepler, Jussi Adler Olsen, Stieg Larsson, etc.. Una delusione totale è stato il sacrificio di Anna Jonsson. Di Cielo nero non mi ha coinvolto proprio la storia, a dire il vero neanche il protagonista, tutto troppo freddo e distaccato. Jo Nesbo come dici tu è un caso a parte, molto più cinematografico nella scrittura....
Eliminanon mi attira molto questo libro
RispondiEliminaA differenza di tanti altri romanzi, non me la sento di consigliartelo:)
Elimina@ Cecilia: sono d'accordo in parte. Ad esempio lo svedese Henning Mankell ha una scrittura più "calda" di Indridason, decisamente. In ogni caso, a mio avviso la peggior scrittrice scandinava rimane Anne Holt: noiosa e legnosa oltre ogni dire :/
RispondiEliminaAncora non ho letto nulla di Anne Holt, le trame dei romanzi non sembravano male, ma se mi dici così lascerò sicuramente perdere...speriamo vada meglio con Camilla Lackberg, di cui ho già i romanzi che tra qualche tempo leggerò...:)
EliminaLa Lacknerg non la conosco, e il mio libraio di fiducia non me ne ha ancora parlato. Forse mi trattiene anche la mole voluminosa dei suoi romanzi, non so. Mi veniva in mente invece un altro autore scandinavo, lo svedese Hakan Nesser, di cui consiglio molto "Carambole" (Guanda Editore), "La rete a maglie larghe", "Una donna segnata", con il solito ottimo protagonista, il commissario Van Veeteren. A presto.
RispondiEliminaDi Mankell ne ho letto uno solo "Il ritorno del maestro di danza", un flop, ma mi hanno detto che sono meglio i precedenti.
RispondiEliminaDella Lackberg ne ho letti due, "La principessa di ghiaccio" e "Lo scalpellino", ma...più di tanto non mi prende. Tra l'altro, è impossibile da intervistare, sempre incasinatissima!
La Holt l'ho cominciata, e subito abbandonata :(
A questo punto, proverò anche Nesser ;)
Non per niente, sul mio blog ho creato un thread apposito sugli autori del nord...
Segnato anche io i tre libri di Nesser, in futuro chissà:) la Holt non pensavo fosse così deludente, a questo punto la eviterò decisamente....
Elimina@ Cecilia: adesso vengo a vedere il tuo blog, sicuramente. Penso che Nesser ti piacerà. Comincia con "La rete a maglie larghe" (Guanda).
RispondiEliminaGrazie per il consiglio :) e anche per il tuo commento sul blog! Purtroppo in questo periodo ho davvero tantissimo da leggere, ma mi sono già segnata il titolo di Nesser..
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