Sin - Alessandro Vizzino

Immaginate un mix cinematografico-letterario che vede coinvolti i dieci piccoli indiani di Agatha Christie in un'ambientazione alla The Cube, all'interno della quale devono affrontare pericoli e strane "trappole" come nel film Nella mente del serial killer, orchestrate da menti contorte come quella di Saw. Aggiungiamoci il fattore peccati capitali di Seven ed un tocco di v. in stile T. S (sono indicate solo le sigle di quest'opera, per evitare spoiler ed accrescere la curiosità); ed avremo il romanzo thriller di Alessandro Vizzino: Sin.

Voto 8. Il primo argomento che potrebbe scaturire dalla lettura di Sin è quello relativo all'originalità dell'opera stessa.
In apertura di post ho in breve riassunto i diversi film/romanzi che affiorano nel lettore al momento della lettura di Sin.
Il rischio è naturalmente alto. In primis perchè lo scrittore di Latina va in un certo senso a "sfidare" i precedenti lavori, con un'opera simile. Confrontarsi con dei mostri sacri come quelli citati è estremamente difficoltoso, data appunto l'immensa bellezza e originalità delle opere.
In secondo luogo, perchè l'originalità è proprio uno degli elementi che il lettore ricerca, soprattutto per quanto riguarda il genere thriller, in cui il colpo di scena la fa da padrona.
Da lettore accanito di questa categoria letteraria e cinematografica ho sempre pensato che l'originalità fosse uno degli elementi indispensabili per un ottimo thriller. 
Le premesse dunque farebbero partire davvero male questo lavoro di Vizzino, sulla carta e nella trama molto "citazionista". 

TRAMA ORIGINALE: Ognuno nella vita ha almeno un peccato. Ma non tutti lo sanno. Mezzo secolo avanti, in un mondo diverso. Alcune persone si ritrovano in un luogo ignoto ed enigmatico. Non si sono mai viste prima, ma pian piano cominceranno a rintracciare i vari fili di congiunzione che le legano indissolubilmente l'una all'altra. In un abisso denso d'intrighi e misteri, cercheranno di sopravvivere alla ferocia di un cinico aguzzino. Tenteranno di far galleggiare la loro esistenza al disopra di una morte cingente e dilagante. Sullo sfondo, un grande affare internazionale, che coinvolge anche la Chiesa. Soltanto alla fine ogni cosa apparirà chiara. E il peccato emergerà dalla melma. Una conclusione scioccante, su cui riflettere. Un romanzo ritmato, intenso, incalzante. Seicento pagine di passione e adrenalina allo stato puro. Un'opera thriller ampia, corale, unica. Un'opera in cui ciascuno è protagonista e nessuno è comparsa. Un'opera d'enorme originalità e impatto, che tuttavia non disdegna molteplici punti d'analogia con importanti lavori della letteratura thriller-noir o del cinema (Angeli e demoni, Io uccido, Cube, Saw, Seven).

Alessandro Vizzino però non ha affatto paura (sicuramente una cosa positiva per uno scrittore thriller) indicando egli stesso nella trama ufficiale le opere similari a Sin. Lo scrittore non si nasconde neanche nel booktrailer mostrando alcune immagini del film: Nella mente del serial killer di Renny Harlin.
Il risultato finale premia Vizzino. Sin è un'opera originale, enigmatica, travolgente, spiazzante, con ritmi altissimi, che si legge davvero tutto d'un fiato, nonostante le 654 pagine.
L'opera come indicato nelle recensioni ufficiali è fortemente cinematografica, in quanto a descrizione di luoghi e protagonisti.
Questi ultimi sono sicuramente il punto forte del romanzo.
Si tratta di un gruppo eterogeneo composto da dieci ragazzi: cinque uomini e cinque donne. Uno zingaro; un possente uomo mulatto; una figlia di prostituta; un'ex suora amante di Dio ma mamma di un bambino; un uomo in carriera; un famoso scrittore; un uomo cicciottello e curioso; una ragazza dal fisico prorompente e una opposta ad essa, e per concludere una signora benestante.
Ognuno di essi verrà descritto meticolosamente nel romanzo sia attraverso dei flashback che ne racconteranno la precedente vita, sia attraverso dialoghi diretti con gli altri protagonisti che ne sottolineeranno il carattere.
I dieci piccoli nuovi indiani impareranno a conoscersi, ad apprezzarsi e/o odiarsi, ma soprattutto a capire che un sottile filo lega le loro esistenze. 

Tutti si ritroveranno rinchiusi in un luogo sinistro anche se apparentemente ospitale, lussuoso e confortevole.
Un'altra abilità di Alessandro Vizzino è infatti quella di saper descrivere davvero bene l'ambientazione.
Ci troviamo infatti in un futuro prossimo (2050), caratterizzato da un iper-tecnologismo, in cui gli esseri umani si muovono tramite IUS (veicoli a sospensione elettromagnetica); e si intrattengono con l'olovisione.
L'ambiente in cui si ritrovano di soppiatto i protagonisti è un luogo esteticamente attraente con a disposizione il meglio che il comfort e la tecnologia possano offrire. Più o meno una casa in stile Grande Fratello, un reality ormai desueto e poco in voga in questo futuro prossimo.
Naturalmente per gli "involontari concorrenti" la casa non sarà solo rose e fiori, e le prove che affronteranno saranno molto più dolorose...
I fantasmi non soffrono. I fantasmi non piangono. I fantasmi non muoiono. Non hanno corpo, non hanno viso, non hanno odore. I fantasmi si nutrono d'ombra, di pudore. Guardano senza essere guardati, non concedono ai vivi l'essenza dei propri occhi. Quello che lei vide fu molto peggio di un fantasma. Davvero molto, ma molto peggio.
Insieme ai protagonisti a caccia dei fantasmi, andrà anche il lettore. Quest'ultimo in fondo sarà uno di essi, interessato a capire il perchè di quella forzata segregazione, per colpa di chi, per quale motivazione, ma soprattutto intento a trovare una giusta via d'uscita prima che sia davvero troppo tardi.....

AUTORE: Alessandro Vizzino
NAZIONE: Italia
ANNO: 2012
PAGINE: 654

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