Ti voglio credere - Elisabetta Bucciarelli

La questione non è cosa siamo disposti a credere, ma quale sia la verità. Il punto non è arrivare a salvare se stessi e le proprie miserie, ma in nome di cosa stiamo vivendo la nostra esistenza.

Voto 5,5. La norma vuole che all’interno di un romanzo thriller, ci sia un protagonista positivo che indaghi sui “cattivi”, sul male. Molto spesso si tratta di un poliziotto, un psicologo, un avvocato. Nella totalità dei casi, eccetto qualche episodio negativo del passato o thriller psicologico in cui alla fine si scopre che egli stesso era il “cattivo”, questo protagonista buono agisce come un cavaliere senza macchia. Per intenderci meglio il protagonista indaga su altri.
Nel romanzo di Elisabetta Bucciarelli, il protagonista è un personaggio diverso, originale, e abbastanza interessante.
Si tratta di Maria Dolores Vergani, personaggio già introdotto in altri romanzi della scrittrice milanese. La differenza di questo personaggio rispetto allo stereotipo classico, sta nell'alto senso di moralità e nell’indagine che deve compiere.
Maria Dolores infatti in questo romanzo, non dovrà indagare su terzi, ma dovrà indagare su sé stessa, in cerca di una difficile verità.
Il caso in questione vede l’ispettore di Polizia Maria Dolores Vergani, coinvolta in un caso alquanto enigmatico. Infatti, mentre si aggirava nei boschi della Valle d'Aosta, si ritrovò di fronte un uomo con un fucile. La situazione si fece più complicata allorchè dietro l'ispettore sopraggiunse un terzo tizio. Mentre Maria Dolores d'istinto colpiva il tizio alle spalle con il suo coltello, l'uomo col fucile beccava in pieno lo stesso con una pallottola. L'uomo in questione era un pedofilo.
Vittima, carnefice, colpevole, casualità? Ad uccidere l’uomo è stata la Vergani o l’uomo con il fucile? La coltellata sarebbe bastata ad ammazzare l’aggressore? L’omicidio di un pedofilo è comunque un atto giusto o da colpevolizzare?
Queste sono le domande che continua a ripetersi Maria Dolores Vergani, nelle quattro mura della casa di sua madre. L’ispettore è infatti agli arresti domiciliari, fino a che il caso non si risolva definitivamente.
La menzogna è il quotidiano. Lo dice il mio avvocato. Ma tu lo capisci che chi compie un omicidio può mentire per difendersi? E se scoprono che ha mentito non lo possono condannare per la menzogna che ha detto? Perché abbiamo una sorta di diritto a mentire. Sulla terra possiamo salvarci mentendo. E’ una cosa sconvolgente, se ci pensi bene.
La Vergani sarà perciò impegnata in una caccia personale alla ricerca della sua verità. Una verità soppressa dallo stress, dallo shock, dai dubbi. Si tratterà di una ricostruzione sommaria e frammentaria, davvero difficile essendo immobilitata a spostarsi. La verità dovrà ricostruirla con la propria mente.
Si tratta di un modo nuovo di raccontare un thriller, privando il romanzo di azione e ritmo. Le ricerche della Vergani saranno appunto “ferme”, e gireranno sempre sugli stessi dubbi.
L’immobilità di luogo, si rifletterà purtroppo sull’immobilità di argomenti, permeati troppo sul dubbio, che se al principio possono affascinare alla fine rischiano di stancare il lettore.
Infatti l’uccisione di un colpevole, molto spesso, è per così dire “lecita”, ancor più se si tratta di un romanzo thriller. Uccidere un assassino è nella prassi dei romanzi di genere, ma non per la Bucciarelli/Vergani che riflettono pedissequamente sulla propria moralità, che si scontra inevitabilmente con il senso comune.
I capitoli sono brevi e donano maggior freschezza e ritmo al romanzo, sebbene questa brevità privi il romanzo di un filo logico, che rende abbastanza frammentaria la storia e la conoscenza dei fatti.
Molti capitoli sono composti unicamente da dei dialoghi diretti tra i protagonisti, all’interno dei quali il lettore dovrà ricercare la verità, attingendo direttamente dalle loro voci.

Alla parte riflessiva e raccontata in prima persona dall’ispettore Maria Dolores Vergani, si contrappone la parte più attiva. Questa è composta da un caso abbastanza particolare che affronta argomenti abbastanza complicati come l’anoressia. Una giovane ragazza anoressica si suicida. Un’altra viene ritrovata cadavere in una bara. Strane croci vengono ritrovate in varie zone di Italia.
Ad indagare su questi strani episodi c’è il collega della Vergani: Achille Maria Funi.
Si è issata sul bordo scivoloso. Ha guardato avanti. E ha spiccato il vol. Non ci ha messo molto a schiantarsi al suolo. L’hanno vista alcuni passeggeri del Roma-Milano che era appena atterrato a Linate.
TRAMA UFFICIALE:  L'ispettore Maria Dolores Vergani è agli arresti domiciliari a Milano, indagata per omicidio volontario dopo aver accoltellato una donna nei boschi della Valle d'Aosta. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Rinchiusa in casa, assediata da immacolati mazzi di fiori, è alla ricerca di una verità i cui confini sono incerti. In Questura a Milano arriva la notizia del suicidio di una giovane dal ponte di viale Forlanini. Il poliziotto Achille Maria Funi decide di informare subito la Vergani, sentendosi irrimediabilmente legato a lei e alla sua perizia professionale. Mentre il caso appare sin dall'inizio un vero e proprio rompicapo, nel quartiere di San Siro vengono ritrovate tre croci maestose piantate nel terreno, un enigmatico Golgota scoperto nel giardino della villetta di una famiglia perbene. A breve compaiono croci analoghe in altre città, una Via Crucis sinistra di cui una delle stazioni nasconde un cadavere. Ancora una giovane donna, martoriata nel corpo e nell'anima, vittima di un'idea irraggiungibile di perfezione, inflitta con un digiuno che aspira all'ascesi. Mentre Funi tenta di imbrigliare le sue intuizioni, Maria Dolores si avvita in una spirale di pensieri nella quale si confondono ricordi falsati e percezioni incerte, la Giustizia e la Verità. Non sempre facce della stessa medaglia. Prigioniera della più difficile delle indagini - la sua colpevolezza o la sua innocenza - la Vergani dovrà ripensare anche al proprio senso di giustizia. 

AUTORE: Elisabetta Bucciarelli
NAZIONE: Italia
ANNO: 2010
PAGINE: 298

Commenti

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