Hugo Cabret. Magia estetica del cinema, ma senz'anima

Voto 6,5. Sicuramente il nuovo film di Martin Scorsese, verrà ricordato per i cinque Oscar che si è aggiudicato nell'edizione 2012. Entrando nel dettaglio, si nota come i premi che sono stati vinti sono esclusivamente tecnici. Miglior fotografia, miglior scenografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali.
Gli italiani lo ricorderanno maggiormente, anche perchè a meritare e ritirare l'Oscar per la miglior scenografia, sono stati i due italiani: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Hugo Cabret poteva però contare su undici nomination per gli Oscar, tra cui le statuette più ambite: miglior film e miglior regia. Sicuramente Scorsese vedrà il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, anche se un pò di amaro in bocca potrebbe essergli restato.
Il destino ha voluto che a scippargli i premi più ambiti, sia stato un altro film che avesse come tema proprio Il Cinema: The Artist. A cambiare è stato il metodo del racconto.
Tradizionale ma innovativo, il film di Hazanavicius ha cercato di raccontare gli albori del cinema nella maniera in cui veniva raccontato all'epoca, con l'utilizzo del bianco e nero e senza sonoro.
Scorsese invece è tornato indietro nel tempo, cinematograficamente parlando, utilizzando però la tecnologia d'avanguardia: il 3D, e la Computer Grafica. 
Il risultato finale è sintetizzato appunto nella premiazione Oscar (che per quanto riguarda il confronto tra questi due film è giusta, secondo me): perfezione tecnica e stilistica per Hugo Cabret; migliore storia The Artist.

La sintesi perfetta del nuovo film di Martin Scorsese, potrebbe essere l'automa (un personaggio inanimato del film), o meglio la scena in cui messo in funzione da Hugo dopo il primo inceppamento, con moltissima lentezza, realizza un bellissimo disegno.
Hugo Cabret è un film da un inizio piuttosto lento, con una storia abbastanza fragile che si sviluppa bene fino ad arrivare ad un finale troppo cinematografico.
Il film si rispecchia molto negli ingranaggi scenografici in cui il film viene ambientato, tutto viene realizzato alla perfezione, ogni scena ha la precisione di un orologio svizzero, risultando appunto perciò, puntuale ma troppo scontato. Ancora una volta la sintesi perfetta è l'automa, o meglio il suo non cuore, film con la freddezza e la perfezione di un robot. Naturalmente si tratta di un parere soggettivo, anche perchè mi è sembrato un film che nonostante parlasse di cinema e della sua storia, è stato realizzato come una sorta di film fantasy per ragazzi (genere che non prediligo), naturalmente anche per via dei protagonisti.
Protagonisti che come tutta l'ambientazione, sono sapientemente costruiti, creando un mondo abbastanza simile a quello di Tim Burton.

Hugo Cabret è ambientato a Parigi, in particolar modo in una stazione ferroviaria. La scenografia è perfetta e Scorsese ce la presenta da ogni punto di vista. La stazione ferroviaria è una chiara citazione alla storia del cinema, raccontata tra l'altro nel film. Si tratta infatti del film dei fratelli Lumière: L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Il film è datato 1895 e pare sia il primo della storia del cinema.

I personaggi sono quasi fumettistici, presentando per molto tempo gli stessi costumi. Un esempio su tutti è lo stesso Hugo che in un clima gelido, indossa dei pantaloni corti.
Protagonista principale è appunto Hugo Cabret (Asa Butterfield), un ragazzino orfano che vive in una sorta di "torre degli orologi" situata nella stazione di Parigi. Abilissimo a cavarsela con gli ingranaggi e la meccanica, Hugo vive di piccoli furti e gestisce gli orologi della stazione. Suo padre (Jude Law) era un appassionato di cinema, e come unica eredità, ha lasciato al figlio un automa mal funzionante.
Ad un certo punto del film si dice che ognuno ha uno scopo nella sua vita, un motivo per cui esiste ed esistere. L'obiettivo di Hugo è a dire il vero abbastanza sfuocato: ovvero far ritornare la passione cinematografica a George Méliès e capire com'è morto suo padre.
Obiettivo quasi inesistente quello di Isabelle (Chloe Moretz, già bravissima in Bloody Story). Il suo scopo è quello di aiutare Hugo, ma anche lei non sa di preciso cos'altro fare.
Antagonista principale è il Capostazione (Sacha Baron Cohen), impeccabile nel suo vestito blu, con il suo dobermann è sempre a caccia di bambini orfani e ladruncoli. La sua battuta migliore avviene nella scena in cui una chiave cade dalla postazione orologi, dopo vari richiami il Capostazione, commentando fra sè e sè, afferma che quella chiave era alquanto pericolosa in quanto poteva cadere in testa ad un bambino.
Ben Kingsley invece interpreta il motivo del film, ovvero George Mèliès. Lo scopo di tutto, è la scoperta del suo cinema, far riaccendere la fiamma mai morta (nonostante tutte le opere bruciate) in George.
Come detto il fulcro della storia è abbastanza debole, in sintesi il piccolo Hugo dapprima "nemico" di George, deve aiutare quest'ultimo a ri-amare il cinema.
Il film di Méliés messo in risalto è Le voyage dans la lune, praticamente l'opposto di Hugo Cabret che sebbene sia ambientato in una stazione, di viaggi ne fa ben pochi.
Nonostante si parli di Méliès infatti, Scorsese non usa mai i suoi trucchi magici all'interno del film, se non per mostrarli in stile documentaristico quando si racconta la vita di George.
In sintesi Scorsese regala ai cineasti una magia che resta soltanto estetica e nella forma, ma senza cuore ed anima...

USCITA CINEMA: 03/02/2012
REGIA: Martin Scorsese
SCENEGGIATURA: John Logan
ATTORI: Asa ButterfieldBen KingsleyChloe MoretzSacha Baron CohenRay WinstoneEmily MortimerJohnny DeppChristopher LeeMichael StuhlbargHelen McCroryJude LawRichard GriffithsFrances de la TourAngus BarnettEric Moreau 

Commenti

  1. concordo...non mi ha convinto:
    http://firstimpressions86.blogspot.it/2012/03/hugo-cabret.html

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  2. l'unica cosa che mi è piaciuta del film sono le ottime scenografie. per il resto una favoletta piuttosto noiosa...

    ed è vero che le voyage è l'opposto di hugo cabret, quindi il film nel raccontare melies ha sbagliato davvero tutto

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    1. Il collegamento tra Melies e Hugo Cabret è davvero debole, si riduce in una scusa per raccontare questo film... forse utilizzando quella scenografia, Scorsese avrebbe fatto meglio a raccontare un'altra storia...

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  3. Ancora sono in attesa di vederlo e poter vedere da che parte stare, viste le reazioni differenti che ho letto in giro! :D

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    1. Per ora ho visto che è più ampio il partito dei "non completamente soddisfatti" :D, di cui faccio parte anche io....

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  4. per me è un bel film..è un omaggio al cinema prima di tutto, poi c'è la storia (su cui si può discutere). Però è innegabile che l'esperienza visiva che regala questo film è incredibile e quindi anche solo per quello merita ampiamente un 7,5-8..

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    1. Sulla scenografia siamo sicuramente d'accordo. Secondo me però la forza di ogni film è la storia ed i protagonisti, in Hugo Cabret per me, questi due elementi non sono il massimo, e da cui scaturisce il voto bassino....
      Ad aggravare la situazione poi, secondo me, c'erano le aspettative alte per il nuovo film di Scorsese, in virtù anche della filmografia dello stesso...

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  5. Concordo con quello che hai scritto.
    Meravigliosamente realizzato, la parte "cinefila" era un sogno ad occhi aperti... ma la storia e i personaggi erano davvero deboli, con poca anima.
    Peccato, da Martin mi aspettavo un capolavoro.

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